Le gaffe dei traduttori automatici

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Le gaffe dei traduttori automatici

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LE GAFFE PIU’ CLAMOROSE DEI TRADUTTORI AUTOMATICI

 

Alzi la mano chi almeno una volta nella propria esistenza ha consultato Google Translate! Beh dobbiamo ammettere che i traduttori automatici fanno ormai parte attiva della routine quotidiana, un po’ come la prima colazione. Affidarsi totalmente a tali strumenti forniti dalla tecnologia potrebbe causare, a volte, incomprensioni a dir poco imbarazzanti. I principali linguisti sono terrorizzati al solo pensiero di trovarsi dinanzi al mostro poliglotta.

 

Nella ideale classifica il gradino più alto del podio è monopolizzato appunto da Google Translate. Aggiornamenti frequenti non bastano per evitare la comparsa di diavolerie grammaticali da cartellino rosso. La lista di ‘errori-orrori’ nel passaggio da una lingua ad un’altra è davvero infinita; passerebbero giornate intere. Se avete qualche minuti di tempo, allora tuffatevi insieme a noi in un Oceano di disastri culturali.

 

Il sito internet della famosa rivista Wired snocciola una bizzarra e divertente compilation sul tema; dal bando Miur che confonde il formaggio pecorino con un vocabolo alquanto peccaminoso come la pecorina, alla menta che nei menù di un locale si trasforma in un batter d’occhio in ‘Lies’, ovvero il congiuntivo presente del verbo mentire. Insomma, un minestrone abbondante di gaffe verbali. I piatti presentati dai ristoranti cinesi o giapponesi, però, superano ogni limite. Siete golosi di ‘deretano fritto’? Bene avete trovato il posto adatto. Con l’espressione ‘Fried Bum’, infatti, domina a Pechino e dintorni. La cucina rimane l’ambito maggiormente contaminato; un bel piatto di pappardelle agli scampi, ad esempio, grazie all’opera del traduttore diventa un utilissimo mezzo per sfuggire a qualche soggetto indesiderato (“Pappardelle to you escape him”). Niente male pure le chicche offerte dai segnali di divieto. La frase “Do not lean your feet against the balaustrade. Beware of long clothes” letteralmente in italiana viene tradotta in “Non appoggiare i piedi contro la balaustra. Attenzione agli abiti lunghi”. Cercate un modo per spaventare a morte i gelati? Ecco il messaggio lanciato dai proprietari del negozio: “Please dont tap on the glass. It scares the ice cream” (Dare colpetti sul vetro impaurisce il gelato). Quando scivolate fatelo almeno con una certa cautela, così si legge da un cartello esibito all’ingresso di un parco pubblico (“Slip and fall down carefully!”). Una pescheria vende ‘Fresh crap’, ovvero ‘Merda fresca’ ad un prezzo eccezionale. Lo sapevate che l’erba in Oriente sogna? Allora consigliamo di non disturbarla (“Do not disturb. Tiny is dreaming”). In attesa della sentenza la corte può gustare una deliziosa ‘Nachos Guacamole’, tradotta come ‘crema di avvocati con olive. Apprezziamo inoltre la sincerità di un ristorante italiano; un piatto di spaghetti alla bolognese, tra i vari ingredienti, può contenere anche ‘Mice’ cioè topi. Le donne affamate possono stare tranquille dopo il seguente messaggio: “Our Food is guaranted not to cause pregnancy” (“Il cibo è garantito, non causa gravidanze”). Dall’italiano all’inglese spesso basta una lettera per combinare una frittata; pensate alla metropolitana definita ‘Anderground’ invece di ‘Underground’.

 

Per nuove paradossali assurdità linguistiche vi invitiamo a consultare il blog ‘Terminologia etc’ e la pagina Facebook ‘Lost in translation: gli orrori della traduzione automatica’. Proprio la responsabile del sito ‘Terminologia etc’ Licia Corbolante ha fatto notare l’ennesimo caso di inglese ‘farlocco’ nella sezione istruzione del portale del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Uno degli argomenti della sezione prende l’appellativo di ‘Orientamento long life’. Si sta chiaramente confondendo il sintagma nominale ‘long life’ con l’aggettivo ‘lifelong’.

 

La giungla dei traduttori automatici è veramente ampia. Di seguito proponiamo qualche nome:

  • Google Translate;
  • Bing Translator;
  • Babylon;
  • BabelFish

 

“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Riprendendo questo celebre aforisma di Giulio Andreotti, esortiamo dunque tutti voi ad una capillare attenzione nell’utilizzo dei sistemi automatici di traduzione.

 

FONTI: www.wired.it – blog.terminologiaetc.it – www.facebook.com pagina ‘Lost in tranlation: gli orrori della traduzione automatica

fonte foto:  http://cdn3.download.html.it/blog/wp-content/uploads/2014/01/miglior-traduttore.jpg

 


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